
L’edificio-Chiesa
"il luogo nel quale si riunisce la comunità cristiana per ascoltare la parola di Dio, per innalzare a Lui le preghiere d’intercessione e di lode e soprattutto per celebrare i santi misteri...tempio di Dio, edificato con pietre vive"
La Chiesa è luogo spirituale prima ancora di un essere un edificio, di questo, pertanto va tenuto conto prima di qualsiasi altro ragionamento di tipo tecnico o funzionale allorché si debba intervenire all’interno di essa.
Negli interventi illuminotecnici dunque, va considerato che l’introduzione di luce artificiale in tali luoghi debba essere eseguita con estrema accuratezza, data la sua interazione con la dimensione simbolica degli spazi. Prima di ogni progettazione, bisognerà sempre considerare che nell’edificio-chiesa, ogni elemento interpreta e rende praticabile la dimensione simbolica della religione , attraverso la creazione di condizioni pratiche atte allo svolgimento della liturgia (atto rituale che si costruisce e si sviluppa attorno alla potenza espressiva del simbolo che ne costituisce il nucleo fondante).
L' intervento della luce – sia naturale che artificiale – gioca in tutto ciò un ruolo di radicale importanza, in particolar modo per quel che riguarda l’interno dell’edificio dove la comunità dei fedeli si raduna e vive la dimensione ecclesiale meditando, pregando e onorando Dio attraverso atti liturgici.
La progettazione illuminotecnica di una chiesa si presenta quindi come opera di grande complessità e non può essere affrontata con superficialità o, ancor peggio, con improvvisazione. A questo proposito si rivela illuminante quanto raccomandato dalla Nota Pastorale della CEI del 1996: "Considerata la delicatezza del problema, è necessario che il progetto dell’illuminazione artificiale venga studiato da specialisti del settore insieme a esperti di liturgia".

Nozioni di Base sull'illuminamento dei poli liturgici